Oggi
Benedetto XVI avrebbe compiuto 96 anni, e come esercizio di memoria sono andato a rileggermi qualcosa di suo. In particolare, ho cercato riflessioni che Benedetto XVI ha fatto durante i sinodi, per un lavoro che sto facendo e per una curiosità personale. Mi chiedevo: come venivano compresi i sinodi prima di questa spinta della sinodalità? E cosa è cambiato da allora?
Quando
Gesù celebra la sua ultima cena e compie la lavanda dei piedi non parla. Fa dei gesti. Parla per simboli. Era il modo di insegnare dei rabbini, chiamati sia a parlare, ma anche a compiere gesti. L’unico momento che parla è quando Pietro lamenta di non volersi far lavare i piedi, e allora Gesù è chiamato a rispondere. Ma per il resto, il Vangelo stesso riguarda una sequenza di gesti, molto precisa. Tanto che alla fine Gesù chiede ai discepoli: “Avete capito cosa ho fatto?”
Non
avevo mai pensato di scrivere di Vaticano, prima di quell’ultima settimana di Giovanni Paolo II. E non pensavo che quella possibilità sarebbe diventata la mia professione. Eppure, a diciotto anni dalla morte di colui che per anni è stato “il mio Papa”, perché eletto prima che fossi nato, vale forse la pena riavvolgere il nastro della memoria, per comprendere come sono arrivato a fare quello che faccio adesso.