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martedì 30 dicembre 2025

Benedetto XVI, omaggio a un pontefice missionario

Si chiama “Dio è la vera realtà” l’ultimo libro di Benedetto XVI, uscito postumo. Perché è un libro  che raccoglie le omelie che Benedetto XVI tenne da Papa e da Papa emerito tra il 2005 e il 2017, nelle celebrazioni private. Benedetto XVI pronunciava queste omelie parlando a braccio, ma seguendo il filo di appunti scritti a matita nella sua grafia minuta, nati dalla sua meditazione sul Vangelo e sulle letture del giorno. E le Memores Domini le registravano a sua insaputa, e poi le trascrivevano.

In quelle omelie c’era tutto Benedetto XVI. La semplicità, l’umiltà, ma soprattutto l’amore per Dio, che nella sua vita teologica diventava, in particolare, un amore per la Scrittura e per il Vangelo. Un amore così grande che, già pontefice, volle dedicare alla figura di Gesù di Nazareth una monumentale trilogia che aveva lo scopo di spiegare che, in fondo, il Gesù delle Scritture era davvero il Gesù storico, che i Vangeli non potevano essere smontati dal metodo storico-critico e resi solo una sorta di favola allegorica, perché è in quella verità del Vangelo che risiede la nostra fede.

 

Ma è nel titolo di quest’opera postuma, “Dio è la vera realtà”, che si trova condensato tutto il pensiero di Benedetto XVI.

 

A tre anni dalla morte di Benedetto XVI, il suo pensiero continua a risuonare e non potrebbe essere altrimenti. Lo scorso anno lamentavo che, in fondo, si fosse messa da parte l’eredità di Benedetto XVI a soli due anni dalla morte, ed era vero. Sembrava che non si potesse parlare di lui. Ma erano circostanze diverse. Si era alla fine del pontificato di Papa Francesco, che aveva reso chiaro il suo distanziamento dal predecessore proprio alla sua morte. Francesco, che al funerale del suo predecessore aveva pronunciato un’omelia senza quasi citarlo. Francesco, che non era andato nemmeno nelle Grotte Vaticane ad accompagnare la salma. Francesco, che aveva voluto che il funerale fosse il più dimesso possibile, addirittura accettando una traslatio del corpo del Papa emerito di notte, su un camion aperto, passando in Giardini Vaticani deserti e senza troppe celebrazioni.

 

In quel periodo, in quelle circostanze, con un pontificato al tramonto che per questo diventava più aggressivo in tutto l’ambiente che lo circondava (perché quando finisce un pontificato finisce anche un ambiente, una coorte se così la possiamo chiamare, e il potere improvvisamente passa di mano, così come la narrativa), Benedetto XVI sembrava un maestro presente, vivo, amato, ma proprio per questo da non tenere in considerazione.

 

Questa situazione era anche frutto di una lettura miope del pontificato di Benedetto XVI. Perché Benedetto XVI è stato raccontato e percepito da vari punti di vista – secondo il dibattito teologico; secondo le questioni politiche – ideologiche; secondo la governance – ma non gli è mai stato dato il credito che doveva avere per quello che era realmente.

 

A tre anni dalla morte, io credo si possa dirlo chiaramente: il pontificato di Benedetto XVI è stato un pontificato missionario. Missionario come lo sono tutti i pontificati, certo, perché in fondo chi è il cristiano se non colui chiamato a “fare discepoli tutti i popoli”, come dice il Vangelo. Ma missionario anche in modo peculiare.

 

Benedetto XVI aveva prima di tutto la missione di riportare Cristo al centro del dibattito pubblico.

 

Lo ha fatto in più occasioni, con il controverso (ma mai definizione è più fuorviante) discorso di Ratisbona, ma anche con i discorsi al College de Bernardins e a Westminser Hall, e con i libri su Gesù di Nazareth. E lo faceva anche prima, nella Via Crucis di cui curò le meditazioni nell’anno che sarebbe diventato Papa. Una Via Crucis che è molto di più del mea culpa per la “sporcizia nella Chiesa”, ma che parte proprio dal Vangelo per comprendere le sfide di oggi, basando la riflessione sul “chicco di grano che morendo porta molto frutto”.

 

Benedetto XVI era missionario perché ricapitolava tutto nel Vangelo. Perché insegnava a cercare le cause ultime, non le penultime. Chiedeva di guardare a fondo, prima di agire conseguentemente. I grandi temi del pontificato erano la fede, la giustizia, la cultura, e cosa c’è di più missionario che mostrare al mondo fede, giustizia, cultura quando il mondo è accecato dall’hybris e vive, alla fine, uno scenario apocalittico senza esserne consapevole?

 

Benedetto XVI è stato un missionario perché ha cercato di dare ragione alla fede, senza sminuirla, anzi, esaltandola. Ha cercato di guardare oltre l’uomo, sempre, con un rispetto della verità che lo ha portato più volte a dire che la verità non si può possedere, ma è la verità che è a noi, e che quando questa verità arriva non si può più negare.

 

Cosa c’è di più missionario che guardare a Gesù, alla sua storia, e dare a questa storia una dignità che va oltre la religione? Cosa c’è di più missionario di parlare di Dio, in un mondo che lo nega? Cosa c’è di più missionario di sottolineare, appunto, che “Dio è la vera realtà”?

 

Le omelie di Benedetto XVI condensavano tutto questo pensiero. Lo rendevano semplice, ma non semplificato, diretto, ma non invadente, perché tutto nasceva da qualcosa di profondo, vivo, attivo. Era lì, la comunicazione di Benedetto XVI, e vale la pena che noi comunicatori lo ricordiamo.

 

A tre anni dalla morte, il pensiero di Benedetto XVI torna ad essere un riferimento. Perché, in fondo, un Maestro non è chi solo insegna, ma soprattutto chi sa lasciare qualcosa da riflettere. Ratzinger scriveva nella sua autobiografia che va bene finché gli studenti prendono appunti, ma è quando alzano la faccia dal foglio che vengono colpiti.

 

Tre anni dopo, è il momento per noi di staccare la faccia dal foglio e lasciarci stupire da quel grande missionario che è stato Benedetto XVI. Un missionario incompreso, senza ombra di dubbio. Ma un missionario vero, nel senso più profondo del termine. Un missionario che sapeva comunicare in modo che i comunicatori non comprendevano. Ma è il destino dei profeti, avere a che fare con i limiti dei contemporanei.

 

 

 

 

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