Ci sono varie domande intorno al processo sinodale in corso, lanciato da Papa Francesco, elaborato, lungo, probabilmente irreversibile. Ci si chiede se e come il Sinodo diventerà parte della vita della Chiesa, e in che modo si possa davvero fare una Chiesa sinodale. Ci si chiede se la Chiesa sinodale punti al cambiamento della dottrina stessa della Chiesa, o se invece sia soltanto un forum di discussione. Si palesa l’eventualità che questo percorso sinodale possa, in realtà, non essere davvero tale, perché in fondo poi tutto nella Chiesa si deve centralizzare, e a decidere è sempre il Papa. Addirittura, si mette in luce come, nel processo dell’ascolto, alcune voci non siano state ascoltate. Ci sono toni critici, toni allarmistici, toni molto positivi, toni eccessivamente positivi, toni moderatamente positivi nel dibattito.
Sono solo un giornalista, e sono un giornalista che ha deciso di lavorare come giornalista cattolico. Vale a dire che ho deciso di non nascondere il mio punto di partenza, e di cercare di ascoltare la Chiesa in maniera diversa. Abbiamo molto dibattito sulla Chiesa che sa di sociologia, politica, cronaca spicciola. Abbiamo poca comprensione del punto di vista della Chiesa, della sua storia, del suo mettersi in prospettiva di eternità, e mai di contingenza.
In vista di questo sinodo ho fatto varie esperienze, ho parlato con molte persone, sono stato coinvolto in e ho conosciuto da vicino alcuni dibattiti. Da giornalista, mi sono fatto delle domande, e queste domande mi hanno portato a delineare delle sfide. Ne è uscito un libro, che si chiama “Il Futuro della Chiesa. Dieci sfide per i Sinodi che verranno”, che uscirà a settembre.
Chi mi legge e conosce quello che penso, non resterà sorpreso da quello che troverà in questo libro. Ci sono molte delle cose che ho scritto negli ultimi anni in vari articoli e analisi, con temi che ritornano sempre e da diversi anni nel mio lavoro.
In una delle sue ultimissime apparizioni pubbliche, se non proprio l’ultima, ad un Cortina Incontra, Benny Lai, il mio maestro, interrogato sugli scandali nella Chiesa (era il tempo della pubblicazione di Vaticano SPA di Gianluigi Nuzzi) disse che il vero problema della Chiesa non era il fatto che non si fosse aperta al mondo, ma che piuttosto la Chiesa aveva perso il proprio linguaggio. La Chiesa si era secolarizzata, aveva perso di vista la sua lingua, la sua storia, il suo modo di fare, e per questo andava incontro a scandali di ogni tipo. Benny Lai, che nasceva scettico e non credente, non credeva che la risposta della Chiesa alla crisi stesse nel cambiamento della dottrina per una Chiesa più aperta e inclusiva. Credeva piuttosto che la Chiesa si sarebbe salvata se fosse rimasta Chiesa, con il suo linguaggio e il rispetto della sua storia e dei suoi simboli.
Ne parlammo poi insieme, e lui mi fece commenti anche più caustici su alcune situazioni che restano nel mio cuore. Le sue parole mi fecero riflettere, e a lungo. E molti dei temi di quella conversazione, sviluppati poi negli anni, si ritrovano in questo libro.
Perché il tema centrale, che porto avanti da tempo, è proprio questo: che il problema non è se la Chiesa sarà sinodale o meno, non è nella riforma delle strutture o in una riforma dell’ascolto, non è in una rinnovata vita della Chiesa. Il problema è se la Chiesa crede ancora in Gesù Cristo e nel modo in cui ha raccontato Gesù Cristo in duemila anni. Il problema è se la Chiesa vuole essere Chiesa, o se invece vuole rispondere a delle situazioni contingenti.
Io trovo che sia un tema centrale nel dibattito sinodale attuale, che non può essere eluso. Tutte le questioni che vengono dibattute oggi devono passare attraverso questo cono. Si tratta non di dare nuove priorità, ma di dare a ciascuno il suo ruolo.
Ho provato a raccontarlo in questo libro, con il compito di non essere necessariamente solo una pars destruens, critica e caustica, ma piuttosto di costruire da quello che c’è in maniera positiva. Ho provato a dare una visione generale del processo sinodale in corso, leggendo tutti i documenti finali delle tappe continentali, andando a guardare alla vitalità delle Chiese.
Non credo nell’idea di una democratizzazione della Chiesa o dell’ascolto a tutti i costi, ma credo nel principio che tutti sono parte e utili nel regno di Dio. E credo che l’idea che prima non si sia ascoltato abbastanza sia anche molto buona per la propaganda, ma poco vera se si guarda alla storia della Chiesa. Dove ci sono esempi di gerarchie bloccate, ma anche grandi esempi di gerarchie aperte. Dipende dalla storia, dalle contingenze, dagli uomini. Ma, se sinodalità è la vita della Chiesa, la Chiesa allora è sempre stata sinodale. Si deve solo capire come applicare l’aggettivo.
Queste pagine in via di pubblicazione hanno così il compito di dare forma compiuta e concretezza a molti pensieri. Spero che possano essere utili. I temi da sviluppare ulteriormente, dopo questo libro, sono moltissimi. A partire da quello della comunicazione, perché molte delle questioni riguardano proprio come gli uomini di Chiesa parlano della Chiesa stessa quando ci sono scandali o semplicemente difficoltà.
Intanto, partiamo da questi primi spunti di riflessione. Su questa pagina informerò della pubblicazione e di eventuali presentazioni. In fondo, è un blog, e il blog serve anche per le cose personali.
Un ultimo piccolo annuncio: il libro è già in prevendita qui
https://www.amazon.it/chiesa-futuro-Dieci-sfide-sinodi/dp/8831165984
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Grazie di cuore, Andrea, per il dono che ci fai con questo tuo libro!! Augurissimi!! Grande abbraccio 🤗
RispondiEliminaMa per lei chi era Gesù Cristo. Gesù Cristo, Dio fattosi uomo, cosa pensa di come la chiesa lo ha raccontato. Di come la chiesa ha raccontato le sue Parole, e ancor più il suo agire nel mondo?
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