Versione in italiano della mia analisi per l'agenzia polacca KAI, pubblicato lo scorso 27 aprile. L'originale polacco si può trovare qui.
Il Cardinale Robert Sarah ha lasciato l’incarico da prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (in pratica, il ministero della liturgia della Curia romana) lo scorso 20 febbraio. Da allora, il posto di prefetto è rimasto vacante, e si attende presto la nomina di un successore. È con questa nomina che partirà il ricambio generazionale della Curia Romana. È, questo, l’anno della transizione definitiva.
La Curia altro è l’insieme di organismi e dicasteri che
aiutano il Papa nel governo della Chiesa universale e della Chiese particolari.
Si tratta del gabinetto di governo della Santa Sede. Attualmente,
funzioni e compiti degli organismi di Curia sono regolati da una costituzione
apostolica, la Pastor Bonus, promulgata
da San Giovanni Paolo II nel 1988. Una costituzione apostolica, per chi non lo
sapesse, è un documento di grandissima rilevanza, emanato dal Papa in persona
quando si tratta di pronunciamenti magisteriali o di atti che necessitano di
una certa solennità.
Per arrivare alla riforma di Giovanni Paolo II c’erano
voluti venti anni di studi e commissioni, partendo proprio dalle riforme di
Paolo VI che avevano fatto seguito al Concilio Vaticano II. Alla fine, si era
arrivati a strutturare la Curia in Congregazioni e Pontifici Consigli, vale a
dire, in termini laici, in “ministeri con portafoglio” e “ministeri senza
portafoglio”. Le Congregazioni sono sempre guidate da un Cardinale, i pontifici
consigli da un cardinale o un arcivescovo. Devono comunque avere dignità
episcopale, perché lavorano in comunione con il Papa.
Giovanni Paolo II aveva strutturato una Curia con la
Segreteria di Stato, nove congregazioni, 11 pontifici consigli, tre tribunali.
Benedetto XVI aggiunse un pontificio Consiglio. Papa Francesco sta riscrivendo
la Costituzione, ma intanto ha già cominciato a mettere in pratica parte della
riforma.
Attualmente, la Curia è composta da: due Segreterie (la
Segreteria di Stato e la Segreteria per l’Economia), nove Congregazioni, tre
dicasteri, cinque pontifici consigli. A questi si aggiungono altri uffici,
commissioni, e organismi come la Prefettura della Casa Pontificia e l’Ufficio
delle Celebrazioni Liturgiche del Papa.
Ci saranno ulteriori modifiche, ed è attesa a breve la
promulgazione della costituzione Praedicate
Evangelium, che sostituirà la Curia come era stata disegnata da Giovanni
Paolo II. Nel frattempo, Papa Francesco ha già cominciato a ridisegnare la
Curia a sua immagine e somiglianza.
Considerando prefetti, presidenti, segretari e i capi delle
tre sezioni della Segreteria di Stato, e i vicari del Papa per la diocesi di
Roma e dello Stato di Città del Vaticano, ci sono 32 incarichi di vertice. Di
questi, 23 sono di persone nominate da Papa Francesco. In tre casi anche i
predecessori erano stati nominati da Papa Francesco: il prefetto del Dicastero
della Comunicazione Paolo Ruffini era stato preceduto da monsignor Dario
Edoardo Viganò; il Prefetto della Segreteria per l’Economia, padre Antonio
Guerrero Alves, era stato preceduto dal Cardinale George Pell; il segretario
della Segreteria generale del Sinodo, il Cardinale Mario Grech, era stato
preceduto dal Cardinale Lorenzo Baldisseri.
Per i suoi cambiamenti, Papa Francesco ha quasi sempre
atteso che la persona da sostituire raggiungesse o superasse i 75 anni di età,
che è l’età in cui tutti i vescovi sono tenuti a presentare la rinuncia. Non ci
sono state, alla fine, vere e proprie rimozioni. In alcuni casi, Papa
Francesco, come hanno fatto tutti i Papi, ha lasciato la persona nel suo
incarico al di là dei 75 anni. Lo ha fatto con il Cardinale Sarah, che ha
lasciato un po’ prima del compimento dei 76 anni. Ora, il fatto che la
posizione di Prefetto del dicastero sia rimasta vacante fa comprendere che
molto cambierà.
Oltre al Cardinale Sarah, ci sono cinque congregazioni i cui
prefetti hanno già superato i 75 anni: la Congregazione per la Dottrina della
Fede, la Congregazione per l’Educazione Cattolica, la Congregazione per le
Chiese Orientali, la Congregazione per i Vescovi, la Congregazione per il
Clero. A queste, si aggiunge il Governatorato dello Stato di Città del Vaticano,
il cui presidente e segretario generale sono già in età della pensione.
Papa Francesco probabilmente intende attendere la
promulgazione definitiva della riforma della Curia per fare gli ultimi
spostamenti. Per esempio, la Congregazione per l’Educazione Cattolica andrà ad
assorbire il Pontificio Consiglio della Cultura, presieduto dal Cardinale
Gianfranco Ravasi, che ha già 79 anni: facile pensare che non ci saranno
cambiamenti finché il nuovo dicastero non sarà stabilito. In altri casi, ci
saranno forse dei sensibili cambiamenti nell’organizzazione, e sembra essere il
caso della Congregazione per il Culto Divino.
Questo perché Papa Francesco ha voluto, prima di scegliere
il successore del Cardinale Sarah, inviare una ispezione interna. Non c’è stata
notizia ufficiale di questa ispezione, non è stata pubblicata su un bollettino
della Sala Stampa della Santa Sede, perché si tratta, appunto, di una questione
che riguarda il dicastero stesso. Ispettore è stato nominato il vescovo Claudio
Maniago, presidente della commissione liturgica della Conferenza Episcopale
Italiana che ha supervisionato le nuove traduzioni del Messale. Ed è stata una
ispezione, raccontano, molto breve, di pochi giorni, già terminata.
Non si sa cosa scriverà Maniago nel suo rapporto, si sa solo
che nella bozza della nuova costituzione è stato aggiunto, tra i compiti del
dicastero, il compito di supervisionare il rinnovamento liturgico secondo i
canoni del Concilio Vaticano II. Una dizione, tra l’altro, abbastanza vaga, che
non lascia pensare a cambiamenti sostanziali nella struttura.
Ovviamente, Maniago è stato considerato tra i possibili
candidati a prendere il posto del Cardinale Sarah. Gli indizi vanno, però, in
altre direzioni. Anche se poi, gli indizi non fanno mai una prova. E
testimoniano che il Papa sta guardando con attenzione a tre personaggi (due
vescovi e un cardinale) per tre posizioni chiave, e una di queste è proprio
quella di prefetto della Congregazione per il Culto Divino.
Il 14 gennaio, Papa Francesco ha infatti ricevuto in udienza
privata il vescovo Francesco Vittorio Viola di Tortona. Il 10 febbraio, Papa
Francesco ha ricevuto il Cardinale Blaise Cupich, arcivescovo di Chicago. L’1
marzo, il Papa ha invece ricevuto il vescovo Robert Prevost, di Chiclayo
(Perù), che è un missionario agostiniano nato negli USA.
A tutti, Papa Francesco avrebbe chiesto una disponibilità a
lasciare gli incarichi diocesani per essere trasferiti in Vaticano. Non è detto
che questo significhi che saranno davvero nominati. Ma ci sono diverse ragioni
per cui la loro chiamata a Roma sia probabile.
La prima è che Papa Francesco potrebbe così formare una
Curia a sua immagine e somiglianza. Il Papa non andrebbe a scegliere persone
che già si sono formate a Roma, ma persone da fuori, che dunque potrebbero
portare una mentalità nuova, secondo i desideri del Papa.
La seconda è che il Papa porterebbe a Roma dei suoi
fedelissimi. I tre devono a Papa Francesco tutta la loro carriera
ecclesiastica, visibilità, responsabilità e, nel caso di Cupich, persino il
cardinalato. Non andrebbero mai contro le decisioni del Papa, e difficilmente
farebbero pubblicamente emergere delle situazioni critiche.
Papa Francesco ha mostrato una particolare predilezione per
questi prelati. Il Papa ha conosciuto il vescovo Viola ad Assisi, durante il
suo primo viaggio nella città del santo di Assisi nel 2013, quando questi era
presidente della Caritas. Lo ha inviato a Tortona, diocesi molto particolare e
difficile in Italia, perché i suoi confini toccano tre diverse regioni. Lo ha
incluso come membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti.
Il Cardinale Blaise Cupich è diventato l’uomo di riferimento
del Papa negli Stati Uniti. Ne rappresenta la visione contrapposta alla linea
dei “cultural warriors”, ha anche palesemente contestato uno statement della
Conferenza Episcopale USA sul nuovo presidente Joe Biden, cattolico di nome ma
democratico nelle scelte, e dunque promotore di politiche pro-choice e di
ideologia gender. Papa Francesco ha incluso il Cardinale Cupich come membro
della Congregazione dei Vescovi e della Congregazione per l’Educazione
Cattolica.
Il vescovo Robert Prevost, missionario agostiniano, è
vescovo della diocesi di Chiclayo in Perù dal 2015, ma è nativo di Chicago. In
maniera inusuale per un semplice vescovo, si ritrova ad essere membro sia della
Congregazione per i Vescovi e della Congregazione per il Clero.
Quali sarebbero gli incarichi cui sarebbero destinati i tre?
I rumors a Roma sostengono che per il vescovo Viola sia pronto un posto nella
Congregazione per il Culto Divino, come prefetto al posto del Cardinale Sarah.
Il Cardinale Cupich è sempre stato giudicato in procinto di
prendere la responsabilità della Congregazione per i Vescovi. Potrebbe invece
prendere la Congregazione per il Clero al posto del Cardinale Beniamino Stella,
che resterà in carica fino al compimento degli 80 anni il prossimo agosto. Il
vescovo Prevosto dovrebbe invece diventare prefetto della Congregazione dei
Vescovi.
Se queste nomine dovessero concretizzarsi, sarebbero segnali
precisi di un cambio di rotta. Papa Francesco dimostra così di avere un piano a
lungo termine, e di averlo sempre avuto. Oltre ai cambiamenti in Curia, il Papa
ha fortemente modificato il Collegio Cardinalizio, con sette concistori in
sette anni (un numero enorme, se si considera che Giovanni Paolo II ne convocò
9 in 27 anni), e potrebbe farlo ulteriormente, anche allargando la base
elettorale.
La Chiesa dopo Francesco sembra così diventare una Chiesa
completamente dal volto di Francesco. Una Chiesa meno istituzionale, che nelle
idee di Francesco significa una Chiesa più missionaria. Una Chiesa meno legata
a Roma, che nelle idee di Francesco significa una Chiesa meno cortigiana. Ma si
è davvero sicuri che l’istituzione e Roma fossero ostacoli, alla missione?
Davvero non si può considerare in nessun modo che fossero invece un sostegno
alla missione?
Nessun commento:
Posta un commento