Benny Lai sosteneva che per essere un vero vaticanista ci volevano almeno venti anni di professione, osservazione, dialogo con le persone. Venti anni di ascolto umile e paziente, di appunti (Benny aveva sempre con sé un piccolo taccuino), di riflessioni a bassa o ad alta voce. Si doveva comprendere il linguaggio del Vaticano, e saperlo usare. Bisognava conoscere le sfumature e i dettagli. Comprendere quando la reticenza era vera, e quando era invece una apertura. Analizzare il non detto, più che il detto. Il Vaticano è un linguaggio di simboli, e per simboli va compreso.